La Roma non decolla: è via ai processi

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Baldo87
view post Posted on 20/10/2010, 03:21 by: Baldo87




Che succede alla Roma? Come si è potuti passare dalla squadra dello scorso anno a quella di adesso? Sono queste le domande che più circolano nella capitale, sponda giallorossa. Nessuno possiede le verità assolute, questo è fin troppo ovvio, così si sente chi si scaglia contro l’allenatore, chi, ancora, contro la dirigenza e chi contro alcuni elementi della rosa considerati ormai “arrivati”.

Puntare il dito è arte facile, delle più facili, specie se poi non si ha comunque nessuna valida idea sul come cambiare lo stato delle cose. Che poi cosa si evince da questo stato? La situazione, brutta intendiamoci, che la Roma sta vivendo cosa dimostra?
Dimostra che con degli infortuni nella rosa è tutto più difficile, Julio Sergio, De Rossi, Menez , Vucinic e quelli non pienamente recuperati di Riise e Pizarro ad esempio. Può dimostrare, ad esempio, che dopo un anno vissuto ad un livello psico-fisico di altissima tensione si rischia di avere una ripercussione anche nella stagione successiva? E’ forse un caso che la Roma dell’adesso tanto rimpianto Spalletti l’anno dopo lo scudetto, diciamo così, curiosamente vinto dall’Inter di Manicni, si sia piazzata sesta, rischiando fino a pochi minuti alla fine della terz’ultima giornata di non qualificarsi neanche per l’Europa League? Io credo che non sia tutto un caso, come credo che sia impossibile che si possa buttare tutto in unico confuso discorso di critica verso l’allenatore poco simpatico o contro quel giocatore o quell’altro quello fatto fino ad ora. È ovvio che otto punti su ventuno disponibili sono bottino troppo misero. Come è palese che tre punti in Champions su nove disponibili stanno a rappresentare un problema per il passaggio del turno. Ma non si può e sarebbe un errore madornale cedere in quella irrefrenabile voglia di critica e di distruzione di tutto ciò che è la Roma.

Ranieri ha le sue colpe come le hanno i giocatori, ma senza dover fare difesa spicciola e senza dover trovare per forza alibi si può vedere come in determinate partite le cose siano andate in un certo modo oltre che per propri demeriti anche per quella che comunemente è detta sfortuna. Non si è qua a dire che senza la sfortuna la Roma adesso sarebbe prima in classifica, ma si afferma con certezza che con almeno cinque punti in più, Bologna e Brescia, la situazione dall’etere romano e dagli pseudo scienziati, sempre pronti a venir fuori con patetici “io l’ho sempre pensato che…”, non sarebbe descritta in questo modo. La condizione fisica, come normale, non era delle migliori all’inizio ma piano piano, facendo una descrizione priva di pregiudizi e senza doverla farcire di opinioni e commenti personali, sta arrivando. Agli otto punti conquistati mancano quelli rubati a Brescia e quelli regalati al Bologna, perché un conto e segnare un gol vittoria al 90 esimo un conto è prenderne due negli ultimi minuti. Il “caso” ti da e ti toglie. Il trucco sta nel prendere le cose con una giusta moderazione nel giudizio. Ad esempio certe scelte sono state effettivamente sbagliate da Ranieri e la critica si può fare, anzi ci deve essere, ma che sia critica costruttiva, no la critica: “il minestraro non sa quello che fa, cacciamolo”. Cacciamolo ok… e chi prendiamo? Lippi, Novellino o quale altro genio della panchina?   È questo che manca alla piazza di Roma, l’equilibrio e la serenità per poter giudicare e commentare determinati momenti. Quindi come è giusto criticare quello fatto di sbagliato (sempre in modo costruttivo) allo stesso modo vanno analizzate situazioni che palesemente sono andate così non per forza per una propria incapacità.  La partita di Brescia, che sarebbe stata vinta se ad arbitrare ci fosse stato in arbitro di terza categoria, ne è un esempio. Quella persa immeritatamente contro il Basilea andrà studiata per andare a correggere quegli errori individuali e di squadra commessi, con la consapevolezza che non è tutto da buttare a meno che non faccia comodo attaccare tutto e tutti parlando di una Roma disastrosa. La squadra ha dominato per larghi tratti l’avversario fallendo un quantitativo assurdo di palle gol, nel secondo tempo è sembrata una maledizione. È da questo che bisogna ripartire, senza quella voglia di distruggere tutto ma con la voglia e la forza di provare a ricostruire a partire da Parma, magari con un De Rossi un Menez e un Vucinic in più che forse a qualcosa potrebbero servire.

Cristiano Checchi


 
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